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Siamo nuovamente a scriverLe in qualità di rappresentanti della provincia di Asti di quel mondo lavorativo , ormai provatissimo, della micro e piccola impresa.
Non le nascondo la delusione che abbiamo provato nel leggere il decreto “Salva Italia”, un decreto che cancellava senza colpo ferire tutti i patti economici sui quali si fondava il lavoro nel nostro paese.
Pensioni, contributi, accise, iva, sanità e molto altro, ha cessato di esistere nella forma che conoscevamo modificando la programmazione di vita che le persone avevano pianificato.
Ma ancora più delusi, se non addirittura scioccati, lo siamo stati quando abbiamo appreso quanto contenuto nel “Cresci Italia”. Dall’alto della sua esperienza, ci saremmo aspettati ben altro .
Ma procediamo con ordine. A nostro avviso, il primo problema da affrontare in Italia è il lavoro. Le condizioni essenziali perché esso si sviluppi sono almeno tre: la prima sono i costi, tutti i costi. E’ riduttivo fermarsi all’ irpef, quando sul lavoro gravano le accise sui carburanti, le addizionali sulla corrente, le addizionali regionali, comunali e nazionali, il vettoriamento, l’irap e l’ires, i costi di insediamento che si trascinano dietro gli oneri di urbanizzazione, i costi per le pratiche, e soprattutto, i tempi biblici che occorrono per realizzare anche la più minuscola delle cose , e si sa, il tempo è denaro.
La seconda condizione essenziale è il credito. Non sono solo i tassi di interesse a rendere questo servizio più o meno appetibile ma bensì la serietà degli istituti bancari. Per la seconda volta in tre anni, stiamo assistendo al “rientro” selvaggio da parte di grandi gruppi bancari, obbligati a ridurre gli impieghi per il loro deficit patrimoniale, certamente non originato dalle condizioni di mercato ma bensì la gestione politico-garibaldina riconducibile al pressing degli azionisti sugli amministratori delegati, obbligati a fare utili utilizzando finanza creativa o peggio. La scorrettezza del sistema la si è toccata con mano con i bond argentini, i titoli Parmalat, Cirio e molte altre porcate minori, passate sotto silenzio dei media e delle autorità di vigilanza. Il grottesco, lo si evince apprendendo le liquidazioni degli A.d. , che in un caso hanno superato addirittura i 40 milioni di euri. Ma queste banche, godono dell’appoggio incondizionato dello stato, dei politici e della BCE, vengono pesantemente finanziate a tassi ridicoli e vogliono vendere il denaro a prezzi folli, chiedendo di elevare la soglia di usura fino al 20%, e quando non soddisfatte, usano i depositi delle famiglie come armi di ricatto. Su di esse sarà necessario fare una scelta, ovvero dividerle in rami d’affari ed in rami di investimento, e chi sbaglia, come per tutti i “normali” Italiani, deve pagare.
Il terzo problema è la certezza del diritto. In questo momento peggiora la situazione dei pagamenti, dove i grossi committenti e le amministrazioni pubbliche stanno mettendo in serio pericolo l’esistenza stessa delle nostre aziende. L’impennata degli interessi attivi, che supera di molto il rendimento percentuale ottenibile con il lavoro, ha acuito la pessima abitudine a trattenere sul conto corrente i soldi destinati al pagamento delle fatture dei piccoli imprenditori, utilizzando la propria posizione dominante per troncare sul nascere qualunque rivendicazione suonando il classico motivo “se t’azzardi, non lavori più”. Dall’altro versante, le amministrazioni pubbliche, tutte obbligate al falso di bilancio dal patto di stabilità, chiudono i loro conti pareggiando per “cassa”, una dotazione ottenuta non pagando le aziende. In questo marasma, si insinua la cattiveria dello stato, che dopo non averti pagato quanto dovuto, ti scatena contro Equitalia, forse nella speranza di farti fallire, creando una posta straordinaria che diventa un premio di produzione per qualche zelante funzionario pubblico.
Come dicono gli investitori esteri, non vengono in Italia, nonostante riconoscano una qualità della vita straordinaria ed una classe imprenditoriale buona, per la magrezza della governance.
Secondo il nostro punto di vista, portare i giovani ad aprire una propria attività con la spesa di un euro non è un regalo, ma temiamo che si trasformi in un incentivo al suicidio economico , condizionando, visto le regole vigenti, il futuro di persone che non hanno minimamente idea a che cosa vanno incontro.
Inoltre, il lavoro nero, o meglio, il tentativo di sopravvivere di tante persone alla disgrazia del licenziamento o della cassa integrazione, incombe su chi ha sempre pagato e vive questa forma di concorrenza sleale come un altro peggiorativo al già funesto periodo.
Come abbiamo sempre sostenuto, dalle crisi si esce lavorando, ma lo stato ne deve creare le condizioni: poche regole certe e granitiche, la parità di dignità tra lo stato ed i contribuenti, e soprattutto la certezza di essere tutelati in quanto produttori di posti di lavoro, lasciando momentaneamente da parte, tutte quelle categorie finanziarie che oggi hanno avuto tutto a scapito di chi effettivamente lavorava.
Abbiamo molte idee, noi che siamo la prima linea della difesa dei nostri associati,alcune le abbiamo messe in pratica ricavandone ottimi frutti. L’affitto di poltrona, la riemersione dal lavoro nero, l’accompagnamento e il tutoraggio di vecchi e nuovi imprenditori, la possibilità di gestire direttamente i fondi europei, l’insegnamento ai ragazzi di mestieri si manuali ma ad altissimo valore aggiunto tecnico e manuale sono da sempre patrimonio dell’artigianato, una categoria che possiede un capitale immateriale elevatissimo fatto di genialità, intelligenza e dignità,un patrimonio diffuso in tutta la nostra straordinaria penisola.
Abbiate il coraggio di incontrare chi rappresenta veramente il buono del nostro paese: insieme, dall’alto della Vs. formazione unita alla strepitosa capacità pratica che ci contraddistingue, siamo perfettamente in grado di governare la barca su qualunque mare ci si presenti.
In attesa di un Vostro graditissimo cenno di risposta, porgiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro.

link filmato lettura lettera del Presidente Riccio davanti alla Prefettura:http://www.youtube.com/watch?v=FOaRSsRYrOA

Aggiornamento del 23 gennaio 2012:

Unatras sospende il fermo

L’Esecutivo di Unatras (Unione Nazionale delle Associazioni dell’Autotrasporto merci), riunito il 18 gennaio 2012 a Roma, ha affrontato le questioni che hanno portato alla proclamazione del fermo dei servizi. scarica l’integrale del comunicato

Il Ministro Passera: “400 mln per autotrasporto merci non saranno ridotti, presto decreto”

Il settore è vitale. Arriva norma per rimborso trimestrale accise – Il decreto ministeriale che ripartisce i 400 milioni per il settore dell’autotrasporto previsti dalla Legge di Stabilità per il 2012 “è già stato predisposto e sarà prossimamente sottoscritto”. (segue) scarica il testo integrale del resoconto question time alla Camera

Lo ha riferito il ministro per lo Sviluppo economico e le Infrastrutture, Corrado Passera, sottolineando che queste risorse “non saranno soggette a riduzione”.

Passera, nel corso del Question Time alla Camera, ha affermato che il governo “intende riservare al settore dell’autotrasporto di merci per conto di terzi un’attenzione particolare trattandosi di un settore vitale per il rilancio dell’economia del Paese anche tenuto conto del fatto che l’80% della nostra merce viaggia su gomma e che il settore ha fortemente risentito della grave crisi economica e finanziaria degli ultimi anni”. “In vista dell’adozione dei provvedimenti sullo sviluppo e in relazione al fermo di categoria – ha spiegato il ministro – lo scorso 11 gennaio si è svolto un incontro con le associazioni del settore per fornire indicazioni sulle nostre iniziative dirette a risolvere i problemi evidenziati dalla categoria”.

E a proposito dei costi minimi di esercizio, ha precisato, “il governo ha già accolto un Odg del Parlamento in tal senso condividendo pienamente la necessità di riconoscere agli autotrasportatori la copertura dei costi incomprimibili della sicurezza”. Inoltre, ha proseguito, “è in via di conclusione il procedimento di emanazione del decreto che disciplina le procedure per l’applicazione delle sanzioni previste dall’articolo 83bis del decreto 112 del 2008 concernenti la tutela della sicurezza stradale”.

Quanto all’aumento del costo del gasolio, il titolare dello Sviluppo ha riferito che “sono state accelerati rispetto agli anni scorsi gli adempimenti burocratici necessari per il rimborso 2011 delle accise e pertanto le imprese di autotrasporto possono già presentare domanda per procedere compensazione alla prima scadenza utile”. Passera ha aggiunto che “è stata predisposta una norma volta a consentire dal 2012 il rimborso su base almeno trimestrale che sarà inserita in uno dei prossimi interventi legislativi”.

Infine, sull’attuazione del regolamento per l’accesso alla professione di trasportatore, l’esecutivo, ha concluso, “è disponibile a riesaminare e approfondire la questione anche mediante la presentazione di apposita norma anche all’interno di uno dei provvedimenti di prossima emanazione”.

 

Il fermo di oggi lunedì 23 gennaio è gestito da TRASPORTOUNITO sigla non aderente a UNATRAS.

 

per ricevere notizie in tempo reale scrivere al seguente indirizzo:

davide@confartigianatoasti.com

Aggiornamento del 16 gennaio 2012:

Il Comitato Esecutivo dell’Unatras è stato convocato per il giorno 18 gennaio 2012 presso la sede di Confartigianato Trasporti per le dovute valutazioni in merito alla vertenza con il Governo.

Resto a disposizione per eventuali comunicazioni in merito:

Confartigianato Asti – Ufficio Categorie
Davide Marino
Tel. 0141/5962 interno 18
Fax 0141/599702

 

Notizia del 28 dicembre 2011:

Conftrasporto, Confartigianato Trasporti e Sna Casa hanno comunicato ufficialmente la proclamazione dello “sciopero” dei camion, che sarà attuato

dalle ore 00:00 di lunedì 23 gennaio alle ore 24:00 di venerdì 27 gennaio 2012.

Il fermo averbbe dovuto essere proclamato dall’intera Unatras, ma la dissociazione di Fita Cna ha spinto i vertici dell’unione a far aderire le singole associazioni.

La decisione di confermare il fermo è giunta dopo la riunione al ministero dei Trasporti del 22 dicembre 2011, dove non ha partecipato il viceministro Ciaccia, rappresentato dal diretto generale Finocchi.

Quest’ultimo ha chiesto agli autotrasportatori di rivedere le norme sui costi minimi, ottenendo un rifiuto da parte del presidente nazionale di Unatras Francesco Del Boca e del segretario Pasquale Russo. Gli autotrasportatori hanno anche chiesto il pagamento mensile dei rimborsi sulle accise del gasolio.

Per info contattare:

Confartigianato Asti – Ufficio Categorie
Davide Marino
Tel. 0141/5962 interno 18
Fax 0141/599702

Comunicato stampa Unatras sull’incontro svoltosi ieri, mercoledì 11 gennaio 2012, fra le associazioni di autotrasporto di Unatras ed il Vice Ministro Mario Ciaccia, accompagnato dal Capo Dipartimento Fumero e dal Direttore Generale Finocchi, per discutere le principali problematiche e criticità del settore, anche alla luce della proclamata azione di protesta indetta a partire dal 23 gennaio p.v.

Leggi il comunicato


Confartigianato Asti – Ufficio Categorie
Davide Marino
Tel. 0141/5962 interno 18
Fax 0141/599702