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Se le piccole imprese non potranno incassare i 5,2 miliardi di crediti fiscali per lavori incentivati dai bonus edilizia si perderanno 47mila posti di lavoro.
Lo denuncia Confartigianato che ha calcolato l’impatto sull’occupazione nel settore delle costruzioni a causa del blocco del sistema della cessione dei crediti, non gestibili sul mercato bancario a causa delle continue modifiche normative in materia.

A fronte dei 5.175 milioni di euro incagliati nei cassetti fiscali delle imprese – di cui 3.684 milioni (il 71,2%) per il superbonus e 1.491 milioni (28,8%) per gli altri bonus edilizi – la loro inesigibilità costerebbe la perdita di 46.912 addetti nelle micro e piccole imprese.

In questo modo – sottolinea Confartigianato – si ridurrebbe del 40% l’aumento di occupazione creato nel settore delle costruzioni nell’ultimo anno, pari a 116 mila unità posti di lavoro in più tra il primo trimestre 2021 e il primo trimestre 2022, equivalente ad un ritmo di crescita del +8,4%, il doppio rispetto al totale dell’economia (+4,1%).

Secondo Confartigianato il blocco dei crediti, le continue modifiche normative in materia di bonus edilizia e la volontà del Governo di non prorogare il superbonus colpiscono proprio l’unico settore che, anche grazie a queste misure di sostegno, ha rimesso in moto il mercato del lavoro negli ultimi due anni.

Infatti, tra il primo trimestre 2020 e il primo trimestre 2022, le costruzioni hanno fatto registrare l’aumento di 176mila addetti, a fronte del calo generalizzato di addetti nei servizi (-106mila), nella manifattura (-41mila), nell’agricoltura (-50mila). A livello territoriale il maggiore incremento di occupazione nelle costruzioni si è registrato nel Mezzogiorno, con 101mila addetti in più negli ultimi due anni, seguito dalla crescita di 71mila occupati nel Nord Ovest.

“E’ paradossale e autolesionista – fa rilevare il Presidente di Confartigianato Marco Granelli e il Presidente di Confartigianato Asti Roberto Dellavalle – bloccare strumenti che hanno consentito la creazione di lavoro, il rilancio della domanda interna e che dovrebbero favorire la transizione ecologica del nostro Paese. Mi auguro si trovi una soluzione rapida e di buon senso, innanzitutto per ‘liberare’ i crediti fiscali incagliati ed evitare il fallimento di migliaia di imprese che non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi, oltre a scongiurare la miriade di contenziosi legali che si aprirebbe inevitabilmente a causa del blocco dei cantieri avviati, a danno dei cittadini che hanno commissionato i lavori e che ora li vedono messi a rischio”.

“Per il futuro degli incentivi nel settore edilizia, che la Commissione europea ha indicato tra le armi più efficaci per rilanciare lo sviluppo – aggiunge il Presidente Granelli – mai più gli stop and go normativi di questi ultimi mesi che hanno vanificato le aspettative e gli sforzi di cittadini e imprenditori. Siamo pronti fin d’ora ad un confronto con il Governo e il Parlamento per individuare soluzioni equilibrate, che mettano al riparo dalle truffe dei finti imprenditori, e definire provvedimenti certi, strutturali e sostenibili finalizzati a favorire la transizione green e il risparmio energetico”.

 

Il Presidente Roberto Dellavalle sottolinea che “Confartigianato continua a battersi per liberare le imprese dai crediti incagliati nei cassetti fiscali, non gestibili sul mercato bancario, e per scongiurare il fallimento di migliaia di imprese.”

Confartigianato considera indispensabile un rapido intervento per sanare la situazione pregressa attraverso:

  • Un intervento straordinario da parte dello Stato che metta in campo un compratore di ultima istanza con il coinvolgimento immediato, ad esempio, di Cassa Depositi e Prestiti e Poste S.p.A.
  • Una conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato.

Inoltre, per rimettere in moto il mercato della cessione del credito e far ripartire i cantieri, Confartigianato ritiene necessarie le seguenti azioni:

 Ampliare la platea dei cessionari nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione, per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali;

  • Consentire l’utilizzo oltre l’anno 2022 della quota di credito d’imposta non fruita e derivante dalla concessione di sconti in fattura. Infattimolte imprese che hanno concesso lo sconto in fattura negli ultimi mesi dell’anno 2021 non hanno trovato cessionari disponibili all’acquisto dei crediti. Se non dispongono di capienza fiscale, rischiano di perdere la prima rata annuale per la parte non compensata;
  • Riaprire il termine per la trasmissione delle comunicazioni di opzione, scaduto il 29 aprile 2022. Sono molte le imprese che, per motivi diversi (inerzia di un soggetto terzo incaricato, rifiuto del cessionario per errori formali contenuti nella comunicazione di opzione) non hanno potuto trasmettere (o ritrasmettere) la comunicazione nel termine del 29 aprile. Peraltro, è stata rappresentata l’opportunità di prevedere, a regime, l’eliminazione di un termine rigido almeno per lo sconto in fattura, o di introdurre un termine più ampio. In alternativa, potrebbe essere introdotta la possibilità di una “remissione in bonis”;
  • Semplificare e unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione, in modo da garantire tempi ragionevoli e sufficiente certezza tra gli operatori-imprese che confidano nella monetizzazione del credito.
  • Rendere interoperabili le piattaforme utilizzate dai diversi istituti di credito al fine di semplificare ed unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione.

L’obbligo di trasparenza delle erogazioni pubbliche è stato introdotto dalla legge annuale per il mercato e la concorrenza (art. 1, commi 125-129, legge 4 agosto 2017, n.124) e poi modificato dal Decreto Legge 34/2019 c.d. “Decreto Crescita”.

L’articolo 35 del “Decreto Crescita” ha stabilito, in particolare, che i soggetti (imprese) che ricevono sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti dalle pubbliche amministrazioni, in denaro o in natura, privi di natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria” ricevuti da parte della Pubblica Amministrazione, sopra la soglia di 10.000 euro, secondo il criterio di cassa. sono tenuti a rendere pubbliche alcune informazioni entro il 30 giugno di ogni anno.

Questo obbligo vale per tutti i contribuenti che svolgono attività d’impresa ai sensi dell’art. 2195 del codice civile. In particolare, per le micro-imprese, le imprese individuali, le società di persone e le SRL con bilancio in forma abbreviata, le informazioni relative ai contributi pubblici ricevuti dovranno essere riportate sui siti internet o sui portali digitali delle Associazioni di categoria, entro il 30 giugno di ogni anno.

In caso di omissione, è prevista una sanzione minima di 2.000 euro e l’eventuale disconoscimento del contributo.

Confartigianato – Associazione Artigiani della Provincia di Asti mette a disposizione delle imprese prive di sito internet la presente sezione del proprio portale, per la pubblicazione di tali informazioni. 

Link della pagina con le imprese aderenti a Confartigianato che hanno aderito alla nostra iniziativa per l’anno 2021.

Per informazioni gli interessati possono contattare entro e non oltre il 31 maggio di ogni anno l’Ufficio Segreteria

Tel. 0141/596201

info@confartigianatoasti.com

Nel pomeriggio di ieri 21/06 si è svolto l’incontro con le Parti sociali, convocato dal Ministero del Lavoro, per l’aggiornamento del Protocollo anti-contagio da Covid-19 sui luoghi di lavoro, sottoscritto il 6 aprile 2021, la cui efficacia è stata – come noto – prorogata sino al prossimo 30 giugno. Presenti all’incontro anche rappresentanti dei Ministeri della Salute e dello Sviluppo Economico, nonché dell’INAIL.

Il Ministero della Salute e l’INAIL, in particolare, hanno evidenziato come l’attuale situazione epidemiologica, pur registrando un sensibile aumento dei contagi nelle ultime settimane, non è comunque paragonabile a quella dei periodi precedenti, in particolare per ciò che attiene al tasso di letalità delle varianti attualmente in circolazione, molto inferiore. Anche il tasso di ospedalizzazione degli attuali contagiati è molto basso.

Il Rappresentante del Ministero della Salute ha quindi ipotizzato un generale “allentamento” delle misure preventive del Protocollo (ad eccezione dei lavoratori del comparto sanitario), in analogia con quanto già in essere per la popolazione in generale, con le recenti ordinanze del Ministro Speranza (che si limitano a “raccomandare” l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie) e comunque con le dovute eccezioni per i c.d. “lavoratori fragili”.

Il Presidente Roberto Dellavalle di Confartigianato Asti sottolinea “La posizione della Confederazione è stata la seguente: in linea con le già menzionate premesse del Ministero della Salute, abbiamo richiesto un sostanziale alleggerimento rispetto alle attuali misure di prevenzione, pensate per una fase molto diversa da quella attuale. Abbiamo infatti rilevato come la maggior parte delle misure di prevenzione previste dal Protocollo nazionale anti-contagio siano ormai superate. Con particolare riferimento all’utilizzo delle mascherine sui luoghi di lavoro, abbiamo chiesto che lo stesso debba essere totalmente eliminato all’aperto e reso facoltativo e non obbligatorio nei luoghi chiusi. Tuttavia, tenuto anche conto della esigenza di tutelare i datori di lavoro dalle responsabilità penali e civili che derivano dal contagio da Covid-19 dei lavoratori, avvenuto sul luogo di lavoro, e alla luce dei principi legislativi attualmente vigenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che impongono ai datori di lavoro di applicare in azienda la massima sicurezza tecnologicamente adottabile, abbiamo chiesto che sui temi del ruolo del medico competente, della sorveglianza sanitaria dei lavoratori fragili, del distanziamento e sull’uso delle mascherine siano emanate chiare disposizioni da parte dei Dicasteri competenti, al fine di sciogliere ogni possibile ambiguità interpretativa e, soprattutto, di tutelare la posizione giuridica dei datori di lavoro.”

Anche le altre principali Organizzazioni di rappresentanza dei datori di lavoro hanno sostanzialmente convenuto sulla necessità di un allentamento delle misure, auspicando tuttavia il superamento dei Protocolli attualmente vigenti, ritenuti non più emendabili, perché contenenti disposizioni e misure ormai obsolete, che non si attagliano all’attuale situazione pandemica.
Tutti hanno chiesto ai Ministeri presenti di assumersi la responsabilità di emanare prescrizioni chiare e uniformi in merito all’uso delle mascherine e del distanziamento.
Il Ministero del Lavoro ha quindi preso atto delle posizioni espresse e ha annunciato che, unitamente al Ministero della Salute, al MiSE e all’Inail, verrà predisposta una bozza di revisione del Protocollo che dovrebbe essere presentata alle Parti sociali nel corso di una riunione che si terrà entro il prossimo 30 giugno.

Nel frattempo, resta in vigore il Protocollo del 6 aprile 2021, con il relativo obbligo di indossare le mascherine nei luoghi di lavoro.

Il Presidente Roberto Dellavalle di Confartigianato Asti si unisce a Confartigianato Imprese nel ringraziare i parlamentari che hanno sostenute le nostre proposte per  l’approvazione di quattro emendamenti a delega fiscale, per la semplificazione di fisco e burocrazia: uso dati fatturazione elettronica, no a duplicazione documenti PA, equa distribuzione IRPEF e tassazione reddito d’impresa.

#NoiConfartigianato

Vi invitiamo a prendere nota del nuovo orario al pubblico degli uffici di Confartigianato Asti  a partire da lunedì 06/06, i recapiti di zona osserveranno i loro giorni e orari di apertura.

Per quanto riguarda invece l’operatività degli uffici del Patronato INAPA, il mercoledì pomeriggio continueranno a ricevere gli utenti solo su appuntamento.