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A cura del Responsabile provinciale Bruciatoristi di Confartigianato Asti: FABIO BOSTICCO

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.55, l’aggiornamento normativo – al D.P.R. del 16 aprile 2013 n.74 – recante la nuova documentazione relativa agli impianti di climatizzazione invernale ed estiva ed il rapporto di controllo dell’efficienza energetica.

Il Decreto prevede l’introduzione di un unico libretto, composto da schede modulabili a seconda delle caratteristiche dell’impianto. Quattro tipologie di rapporto di efficienza energetica, studiate per mettere a fuoco e tenere sotto controllo le prestazioni non solo delle tradizionali caldaie, ma anche dei sistemi di condizionamento, di teleriscaldamento e di cogenerazione.

A partire dal 1° giugno 2014, gli impianti termici di abitazioni, uffici ed aziende dovranno essere muniti di un nuovo “libretto di impianto per l

a climatizzazione”  diventando obbligatorio anche per i dispositivi di climatizzazione estiva. Rispetto all’edizione precedente, il nuovo libretto non si fonda più su due modelli (uno riferito alle centrali e l’altro al singolo impianto), ma su di un modello unico, personalizzabile, costituito da tante schede, usate ed assemblate in funzione delle apparecchiature componenti l’impianto. Nel definire i documenti si è tenuto conto dei progressi tecnologici e della presenza sempre più diffusa, accanto alle caldaie e ai condizionatori “tradizionali”, di nuovi sistemi, come le pompe di calore geotermiche, i cogeneratori o i dispositivi alimentati da fonte rinnovabile (solare, biomasse, ecc.).

Sempre a partire dal 1° giugno 2014, in occasione degli interventi di controllo ed eventuale manutenzione, su

impianti termici di climatizzazione invernale di potenza utile nominale maggiore di 10 kW e di climatizzazione estiva di potenza utile nominale maggiore di 12 kW, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, occorrerà redigere  il rapporto di controllo dell’efficienza energetica. Per gli impianti termici alimentati esclusivamente con Fonti Energetiche Rinnovabili, di cui al D.Lgs 28/11, sarà richiesta solo la compilazione del “Libretto per la climatizzazione”. I tecnici che intervengono nell’esecuzione di tali interventi sui climatizzatori devono essere abilitati, muniti di appositi patentini e le aziende devono essere in possesso di certificazione “FGAS”.

Il libretto di impianto è obbligatorio per tutti gli impianti di climatizzazione invernale e/o estiva, indipendentemente dalla loro potenza termica, sia esistenti che di nuova installazione. Restano esclusi i boiler per la produzione dell’acqua calda sanitaria.

 

Si comunica che in data 27 marzo 2014 è stata sottoscritta tra Regione Piemonte e Parti sociali piemontesi una ulteriore proroga dell’Accordo Quadro per la gestione 2013 degli ammortizzatori sociali in deroga.

Tale Accordo proroga ulteriormente e temporaneamente, fino al 30 giugno 2014, le modalità di gestione degli ammortizzatori sociali in deroga previste per l’annualità 2013.

Fino alla definizione di nuove regole gestionali, i datori di lavoro possono richiedere un periodo di CIGD continuativo con inizio il 1 aprile 2014 della durata massima di 3 mesi, e comunque non oltre il 30 giugno 2014.

Nel trimestre 1 aprile – 30 giugno 2014 la CIGD potrà essere richiesta entro il limite massimo complessivo di 910 giorni a partire dall’anno 2010, calcolati per ogni unità produttiva nel caso di datori di lavoro con più sedi operative in Piemonte, cumulando anche periodi non consecutivi.

Le modalità di accesso all’ammortizzatore per l’anno 2014 restano le medesime dell’anno precedente, utilizzando la modulistica pubblicata sul sito istituzionale www.ebap.piemonte.it, sezione modulistica, per le imprese iscritte all’EBAP.
Per le richieste di CIGD con inizio 1° aprile 2014, tenuto conto che è stata confermata la proroga solo in data 27 marzo 2014, è possibile inviare le comunicazioni di avvio della procedura all’EBAP di Bacino almeno il giorno prima dell’inizio del periodo richiesto.

Si rammenta che i verbali di consultazione sindacale vengono sottoscritti presso gli EBAP di Bacino per le sole imprese in regola con l’iscrizione all’Ente Bilaterale.

Per nessun motivo è possibile utilizzare il Modello 2 per sottoscrivere accordi di CIGD al di fuori della sede di Bacino.
Il periodo di CIGD viene indicato nell’Accordo dall’impresa richiedente sotto la sua responsabilità circa l’applicazione delle nuove regole stabilite dalla seconda proroga dell’Accordo Quadro Regionale.

Gli Accordi sindacali finalizzati a richieste di Sostegno al Reddito EBAP potranno essere sottoscritti solo per i dipendenti che non possiedono i requisiti per l’accesso alla CIGD e per tutte le aziende che abbiano raggiunto i limiti di richiesta indicati nella seconda proroga dell’Accordo Quadro del 27/03/2014.

Per informazioni è possibile contattare l’ufficio Consulenza Paghe al 0141/5962:

Anna Claps                     int.20

Alessandra Savio           int.25

Lo scorso 20 marzo la Regione Piemonte ha pubblicato sul Bollettino Ufficiale, la D.D. 12 marzo 2014, n.52 con la quale ha approvato l’allegato tecnico “Metodologie per la misura, il campionamento delle emissioni di ossidi di azoto prodotte dagli impianti termici civili”.

La Determina comprende:

  • Finalità
  • Metodi di campionamento e strumentazione
  • Conversione delle concentrazioni misurate (ppmv) in fattori di emissione (mg/k Wh)
  • Tolleranza e confronto con i valori limite.

Ufficio Categorie – Cristina Baccichetto, tel. 0141.5962 int. 04 – cristina.b@confartigianatoasti.com

Termine per la presentazione delle domande: 30 maggio 2014

La Camera di Commercio di Asti indice l’edizione 2014 del Concorso per la Premiazione della Fedeltà al Lavoro e del Progresso Economico

Possono partecipare:

lavoratori con non meno di 25 anni di ininterrotto servizio alle dipendenze di un’impresa operante nei vari settori, di un’organizzazione di categoria o di uno studio professionale;

– lavoratori che abbiano prestato non meno di 30 anni di attività anche non continuativa, purché con interruzioni non superiori a 6 mesi alle dipendenze di più imprese.

– imprese individuali o società semplici o società in nome collettivo o in accomandita che abbiano svolto un’attività (o più attività merceologicamente affini, anche in settori diversi) ininterrotta per non meno di 25 anni, se ancora gestite dal fondatore alla data di presentazione della domanda di partecipazione al Concorso, o per non meno di 35 anni per le imprese operanti nel settore agricolo o gestite dagli eredi del fondatore.

– società di capitali e cooperative che abbiano ininterrottamente svolto un’attività (o più attività merceologicamente affini, anche in settori diversi) nella provincia di Asti per non meno di 25 anni.

– coloro che hanno svolto almeno 25 anni di attività complessiva, prima in qualità di dipendente di una stessa impresa e successivamente quale imprenditore per la medesima attività o per attività merceologicamente affine, anche in settori diversi.
Tra le due tipologie di attività, dipendente ed autonoma, è ammessa un’interruzione non superiore ad un anno.

– imprese che, effettuando nell’ultimo quinquennio consistenti investimenti, abbiano apportato nelle rispettive aziende notevoli miglioramenti di carattere tecnico-sociale.

– imprese che abbiano significativamente incrementato le esportazioni nell’ultimo quinquennio.

Sono ammessi al Concorso anche i lavoratori collocati a riposo e le imprese che hanno cessato l’attività nel periodo 1.1.2009 – 31.12.2013.

Bando di Concorso 2014

Domanda di partecipazione “Dipendenti”

Domanda di partecipazione “Imprese”

Per ulteriori informazioni:

Ufficio Categorie – tel. 0141.5962 int. 04 (Sig.ra Cristina Baccichetto)

 

Ancora una volta l’Amministrazione Comunale perde l’occasione di dimostrarsi coraggiosa e andare controcorrente, e si accoda sul sentiero percorso da coloro che si fanno incantare dalle sirene del “teleriscaldamento”, inteso quale panacea di tutti i nostri mali, in senso energetico ed ambientale. Ecco pertanto i soliti proclami accattivanti – spot elettorali – strombazzati sui mass-media: drastica diminuzione dell’inquinamento dell’aria grazie al distacco di molteplici caldaie Condominiali e di impianti autonomi, interessanti risparmi economici garantiti agli utenti da tariffe dell’energia miracolosamente ridotte e da manutenzioni agli impianti non più necessarie e – non ultimo per importanza – positive ricadute sul territorio in termini occupazionali per la manodopera locale  (senza tener conto che toglierebbero il lavoro a decine di imprese artigiane del territorio). Vantaggi talmente evidenti, da porre in secondo piano gli inevitabili disguidi e costi sociali che dovranno essere sopportati dalla cittadinanza a causa dei lavori di scavo ed interro delle linee di distribuzione del fluido termovettore (acqua calda o surriscaldata) che dovranno attraversare la città per poter raggiungere il massimo numero di edifici che volessero allacciarsi alla rete.

Peccato che tutto ciò – a fronte dei suddetti disagi che sono comunque inevitabili – non necessariamente si possa realizzare con altrettanta facilità. Ed il motivo non è da ricercarsi di per sé nella tecnologia del teleriscaldamento, che non ha nulla di sensazionale né di drammatico: significa “riscaldare a distanza”, ossia produrre calore in una grossa centrale termica, per es. a servizio di un intero quartiere, e distribuirlo con grossi gruppi di pompaggio attraverso tubazioni pre-isolate interrate sotto il manto stradale, ai vari edifici condominiali o comunali, i cui impianti di riscaldamento verrebbero allacciati alla rete stessa a mezzo di scambiatori di calore, che sostituirebbero di fatto i generatori di calore (caldaie). Anzi, purché abbinato ad una reale cogenerazione (produzione combinata di energia elettrica e termica), potrebbe anche avere un senso dal punto di vista energetico ( ma solo in questo caso e utilizzando inoltre  combustibili diversi  dal metano o dal gasolio)!

Tale pratica nacque in Europa Centrale nel dopoguerra, e si sviluppò nei decenni successivi, per poi essere abbandonata nelle nuove realizzazioni: ora da quelle parti puntano sulla micro-cogenerazione nei singoli edifici e sulla coibentazione dei medesimi!

Piuttosto è un problema di situazioni contingenti. E per spiegarci, citiamo il caso della vicina Alba: all’inizio degli anni ’80 si trattava di metanizzare la città, e di rinnovare il parco delle centrali condominiali funzionanti a nafta o a gasolio, sicuramente molto più inquinanti delle caldaie a metano. Al contempo occorreva risolvere il problema della fornitura di calore e vapore al locale Ospedale, per la cui centrale termica esistevano vincolanti problemi di messa a norma. Qualcuno ebbe la felice intuizione di teleriscaldarlo, e di estendere man mano il servizio al resto della città, al posto delle forniture di gas metano. Ecco realizzato l’obiettivo di concentrare la produzione di calore in un unico sito controllato e vigilato costantemente, abbattendo (probabilmente) l’inquinamento rispetto alle numerose caldaie a combustibile liquido sparse sul territorio, e realizzando la rete di distribuzione dell’acqua calda con opere di scavo che tanto si era comunque disposti a fare per la metanizzazione. Ma oggi la città di Asti non si trova affatto in questa condizione: a partire dagli anni ’80 è stata operata la metanizzazione del territorio, ormai giunta a saturazione, e a decorrere dalla fine degli anni ’90 le caldaie condominiali sono state progressivamente sostituite con generatori ad alta efficienza, tipicamente a condensazione, con economia di funzionamento ed effetti inquinanti nemmeno paragonabili a quelle convenzionali. Ormai il 70% dei generatori funzionanti in città ha queste caratteristiche, e questo deve essere un vanto per Asti, che una volta tanto si trova in cima e non in fondo alle classifiche di vivibilità.
Pertanto il rischio che si correrebbe con la centrale di teleriscaldamento sarebbe quello di inquinare di più, in modo concentrato! E veniamo alle tariffe. Anche da questo punto di vista la nostra città si colloca sfavorevolmente (e ciò non è un fatto negativo) nei confronti del teleriscaldamento: in tutti quei casi, e sono la maggioranza, di impianti di riscaldamento già dotati di caldaie a condensazione (s’intende ben gestite) i costi di produzione del calore dalla combustione di gas metano sono già estremamente ottimizzati. E’ quindi ben difficile che il gestore della rete, che brucia a sua volta gas metano, ancorché goda di benefici fiscali (il metano consumato per cogenerare calore ed elettricità sarebbe in parte defiscalizzato, e potrebbe vendere il calore applicando un aliquota IVA agevolata – finché lo Stato glielo consente), riesca ad offrire il calore a tariffe particolarmente allettanti. Infatti, quasi certamente dovrà applicare una tariffa binomia, richiedendo una quota fissa annuale per poter ammortizzare le ingenti opere che andrà a realizzare con investimenti milionari a lungo termine – la cosiddetta quota per potenza impegnata – che andrebbe inutilmente a sommarsi alla quota energetica. Un vantaggio potrebbe sussistere (ma occorre comunque fare i conti!) solo per quegli stabili che necessitassero di ingenti investimenti per il rifacimento della centrale termica, e che potrebbero evitare di riqualificarla allacciandosi alla rete, anche se persisterebbe il rischio di legarsi “mani e piedi” ad un nuovo monopolista “de facto”: il gestore del teleriscaldamento.

In definitiva il timore, purtroppo più che fondato (basta sentire anche “l’altra campana”, informandosi su cosa sta accadendo in altre città: Torino, Rimini, Racconigi….) è che il teleriscaldamento sia un business, ma tanto per cambiare solo per i gestori, e non per gli utenti. Il coraggio, da parte di Amministratori Comunali accorti e lungimiranti, potrebbe al contrario manifestarsi inaspettatamente, tappandosi le orecchie e accettando l’unica vera sfida in grado di segnare radicalmente il futuro della nostra economia, con pesanti ricadute positive sulla collettività: quella del vero risparmio energetico, la cosiddetta “settima fonte energetica”. Perché non investiamo nella coibentazione degli involucri degli edifici? A partire da quelli più energivori. Abbatteremmo almeno del 20:30% i consumi, e quindi di conseguenza l’inquinamento, creeremmo occupazione, non paralizzeremmo la città con inutili cantieri a cielo aperto! Ma ci rendiamo conto: servirebbe molto, ma molto coraggio!

 

 

Martedì 18 febbraio si svolgerà in Piazza Santi Apostoli in Roma una manifestazione unitaria delle cinque Organizzazioni aderenti a Rete Imprese Italia con lo slogan “Senza Impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro”.

Obiettivo della manifestazione, che vedrà partecipare ciascuna Organizzazione con la propria sigla e le proprie bandiere, è rappresentare in modo costruttivo alla società italiana, alle forze politiche ed al Governo l’esigenza di dare un forte impulso alla ripresa economica con misure urgente che consentano alle imprese di resistere alle difficoltà presenti e di tornare rapidamente a fare la loro parte in modo efficace per riattivare lo sviluppo.

Questo è peraltro ciò che la Confartigianato chiede con insistenza da quando è cominciata la crisi: che il sistema fiscale non penalizzi le imprese e le famiglie sottraendo risorse, che si tolgano i vincoli e si abbattano i costi che gravano sul lavoro, che si provveda alla semplificazione ed alla eliminazione dei costi impropri della pubblica amministrazione, che le banche tornino ad investire sulla economia reale, che lo Stato saldi i suoi debiti con le imprese, che le regole siano uguali per tutti e fatte rispettare.

La Confartigianato Asti parteciperà alla mobilitazione con le proprie aziende associate per rappresentare, il ruolo da “spina dorsale” della economia italiana.

Le aziende interessate alla partecipazione possono contattare, entro venerdì 7 febbraio 2014, la segreteria ai seguenti riferimenti:

nunzio@confartigianatoasti.com

tel. 0141.5962 int. 28 – Sig. Nunzio Grasso

 

Il Parlamento Europeo ha approvato il 15 gennaio scorso in seconda lettura la Risoluzione legislativa concernente il Regolamento sul tachigrafo per i trasporti su strada.  La nuova disciplina, che abroga il Regolamento (CEE) n.3821/85 del Consiglio Europeo e modifica il Regolamento (CE) n.561/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio, dispensa dall’obbligo dell’uso del tachigrafo gli autocarri di peso inferiore alle 7,5 tonnellate impiegati per il trasporto di materiali, attrezzature o macchinari necessari al conducente per l’esercizio della professione e che sono utilizzati entro un raggio di 100 Km dal luogo in cui è situata l’impresa, a condizione che “la guida di tali veicoli non costituisca attività principale del conducente”.

In base al precedente Regolamento, il cronotachigrafo era obbligatorio per tutti i veicoli oltre 3,5 tonnellate di peso o in caso di guida per più di 50 km e con un peso superiore a 7,5 t. Tale previsione, come è noto, andava a gravare anche sulle imprese dell’edilizia, soprattutto su quelle artigiane e di piccole dimensioni, costituendo un ulteriore onore amministrativo e finanziario. Il provvedimento aumenta, pertanto, il raggio di azione dai precedenti 50 km ai 100 km attuali.

Il testo della Risoluzione, dopo un passaggio formale al Consiglio Europeo, sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Europea.

Nota unitaria, a firma dei Segretari Generali di Confartigianato e Cna, al Dr.Tripoli del MISE con cui si chiede l’emanazione di una circolare che chiarisca che i corsi di qualificazione per gli installatori di impianti alimentati da energie rinnovabili, devono essere obbligatori soltanto per i soggetti che si abiliteranno a partire dal 1 gennaio 2014.
Con riserva di tempestivi aggiornamenti sugli sviluppi.

NOTA UNITARIA

Lo scorso 25 novembre presso la sede regionale di Confartigianato Piemonte si è tenuto un incontro del gruppo Regionale degli Acconciatori e delle Estetiste. Hanno presenziato i presidenti provinciali di Categoria Acconciatori Giovanni Costa e Susanna Baldissera.

Durante l’incontro si sono affrontati temi importanti come l’affitto alla poltrona, gli studi di settore, l’IVA, il lavoro abusivo e SISTRI. Tali argomenti inoltre sono stati presentati e argomentati lo scorso mese di ottobre direttamente all’Onorevole Dott. Flavio Zanonato Ministro dello Sviluppo Economico.

Il Settore del benessere risente di una serie di problematiche derivanti dalla forte spinta evolutiva del mercato di riferimento. Il diffondersi dell’abusivismo e della concorrenza sleale nonché la domanda crescente di qualità, rendono necessaria una professionalità sempre maggiore a tutela degli operatori e del cittadino consumatore, nonché l’individuazione di strumenti atti a rafforzare la presenza sul mercato della aziende regolari e la  semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.

I presidenti provinciali Costa e Baldissera hanno sottolineato le problematiche della categoria e hanno chiesto al Presidente regionale Frea di farsi portavoce a livello nazionale al fine di attivare procedure e/o iniziative atte a semplificare e sollevare le aziende del settore, dai pesi burocratici, fiscali e dagli studi di settore considerati inadeguati soprattutto in questo periodo di forte crisi economica.

La Confartigianato Asti, in merito all’Affitto alla poltrona, sta monitorando le eventuali richieste e sta procedendo con gli Uffici competenti per la verifica delle procedure di avvio di questo nuovo modello di gestione dell’attività.